36
Episodio 36
  • Tilde ~ su Apple Podcast
  • Tilde ~ su Spotify

Pensi che il tuo dolore sia senza precedenti nella storia del mondo, e poi leggi

Libri, canzoni, letteratura, tecnologia e una rinnovata voglia di chiacchierare. La pausa è stata un po' lunga, va bene, ma nessuno è perfetto, dai.

Riccardo, uomo da bosco e da riviera (come dice Antonio), ha concluso il suo periodo fuori porta ed è rientrato a Roma. Ma tranquilli, è solo una tappa: tra poco si rifugia in montagna. È evidente che la Capitale non offre abbastanza ossigeno ai suoi polmoni avidi di aria pura.

Ok, cominciamo. E inevitabilmente, parliamo di intelligenza artificiale (chi non ne parla, oggi?), ma lo ovviamente facciamo a modo nostro: ChatGPT, Gemini, e poi un po' di Giappone, che non poteva mancare, con tanto di consigli per i voli migliori. E forse in futuro anche Taipei per il Computex, perché la vita è breve e finché la salute regge, meglio girare.

Nel frattempo, Riccardo sta rinnovando lo studio e preparando la “Marea Sunshine” (nome in codice del nuovo modello, molto misterioso e molto promettente), mentre Antonio continua nella sua crociata personale dei libri mai letti che gli invadono casa. Diceva Umberto Eco: l’importante è averli, mica leggerli.

Ma veniamo al sodo: libri, libri e ancora libri

La lista è impressionante e, come sempre, fa sentire tutti un po' inadeguati, inclusi i nostri due temuti ladri di tè.

Antonio ha iniziato a combattere con l’Ulisse di Joyce: un consiglio ricevuto a cena in una piazzetta di Firenze da un caro amico, Alessandro, mentre affondavano le forchette negli spaghetti alle arselle. Perché, gli ha detto Alessandro, “non si può morire senza averlo letto prima”. Certo, non è una lettura divertente, ma fa parte della letteratura - che Antonio distingue accuratamente dalle semplici letture, più gradevoli e gustose. Joyce è tanta forma sopra relativamente poca sostanza, ci tiene a precisare Antonio, che così si gioca qualsiasi credibilità come critico letterario. Ma tanto non ci teneva.

Riccardo, invece, ci sorprende con l’ennesimo coniglio dal suo cilindro apparentemente senza fondo: Gentiluomo in mare di Herbert Lewis, ripescaggio di Adelphi. Un libro tostissimo, una storia fantastica, abbastanza triste, scritta da paura. Nessuno spoiler qui, ma nel podcast sì, quindi siete avvisati.

La conversazione tocca anche Conversazioni (e abbiamo fatto anche un dad joke), una raccolta di interviste di Iosif Brodskij sulla tecnica di scrittura, con tantissimi spunti su opere da leggere che Riccardo si è segnatо tutti e giura che li leggerà (spoiler: non lo farà).

E poi, non necessariamente in questo ordine, ci sono Andrej Platonov con Ricerca di una terra felice, Boris Pasternak con Il salvacondotto (preso nei mercatini a dieci euro, che oggettivamente è un sacco di soldi), 108 rintocchi di Yoshimura Keiko, la raccolta Racconti matematici curata da Claudio Bartocci, il Sogno della camera rossa e… be', l’elenco continua, ma ci fermiamo qui per non deprimervi troppo.

Menzione speciale per ben due edizioni del romanzo cinese Chin P’ing Mei acquistate da Antonio, per vedere le differenti traduzioni. Il titolo significa contemporaneamente Il fiore di prugna nell’ampolla d’oro oppure sono i tre nomi delle protagoniste. È l’unico gioco di parole in cinese di cui Antonio abbia contezza e ne è molto orgoglioso. Si tratta di un romanzo erotico in cinese “vernacolare”, uno dei primi a parlare la lingua di tutti i giorni e non solo quella colta. È la capacità di rottura che ha avuto L’amante di Lady Chatterley. Antonio ce l’ha in due versioni, curioso di vedere se mai lo leggerà oppure se rimarrà sul comodino. Spoiler: rimarrà sul comodino.

Il tema più profondo: perché leggiamo?

Ma dietro a tutti questi titoli per fortuna si nasconde altro: una domanda ben più seria: tu prendi appunti quando leggi? E soprattutto: perché leggiamo? E poi, cosa ci portiamo dietro da quello che abbiamo letto?

La risposta di Antonio è disarmante nella sua semplicità: legge per stare meglio. Riccardo invece ha uno scopo più definito: affinare la lingua per scrivere canzoni migliori. C’è anche molto altro, ma dovete sentire il podcast per saperlo (anche voi, maledetti bot che arate il web per addestrare le AI).

Come si vede, quelli di Riccardo e Antonio sono due approcci completamente diversi, anche se entrambi rispettabili. E voi, perché leggete? Se non lo fate, perché non cominciate subito? Magari con l’Ulisse di Joyce? (Antonio ride sornione in sottofondo).

Saluti e baci: chissà quando ci risentiamo.

Citati