Avanzavano un po' di libri da raccontare, ragionamenti da chiudere, idee da spulciare. E poi, diciamoci la verità, è sempre bello farsi una chiacchierata durante le feste.
Ci siamo detti: visto che è passato un anno, perché non fare un’altra puntata di Tilde? Ma non facciamoci l’abitudine, ci siamo anche raccomandati. Però ne avevamo voglia, e pensiamo che si senta anche.
Cominciamo da dove eravamo rimasti. Alla fine dell’anno, si sa, si fanno cose strane. Antonio, ad esempio, per un decennio negli anni Novanta ha fatto il giornalista radiofonico. Adesso, complice una visibile crisi di mezza età, ha messo insieme un piccolo laboratorio audio assai vintage: registratore MiniDisc, registratore di nastrocassette, digitalizzatore con il suo nuovo Zoom H1 Essential (anche perché l’entrata audio minijack sui Mac non c’è più, maledizione) e così adesso può fare tutti i riversaggi che vuole dal suo archivio analogo.
E fra le altre cose, va detto: il MiniDisc! Ah, quello sì che era tanta roba. Peccato però che fuori dal Giappone non sia mai decollato veramente. Ma la qualità? Ovviamente Riccardo ha pronta la soluzione cloud con l’AI: Auphonic (i link sono in fondo), che trasforma qualsiasi vecchia registrazione audio in una bomba qualità podcast.
Inevitabilmente si finisce così a parlare di suono genuino, vintage, artigianale, finto artigianale e di solitudine. Tipo l’estetica di Lofi Girl, per dire: Antonio ne ha scritto un po' (vedi il link in fondo). Oppure gli album famosi (tipo Nevermind dei Nirvana, per intendersi) rifatti con le vecchie console 8 bit. Si chiama “chiptune”. Ma s’è parlato anche del bisogno di salvare la musica che i servizi di streaming non mettono online. C’è un mondo di cose che sta sparendo. Antonio un po’ delle sue le mette online (vedi sotto) grazie ad Archive punto org, ma il problema sono le migliaia di concerti ed edizioni alternative dei dischi che stanno semplicemente svanendo nel nulla.
Riccardo invece ha un problema con i suoi siti: non c’è n’è più uno che lo rappresenti. Anche perché vorrebbe pubblicare cose personali ma poi famiglia, amici e conoscenti lo chiamano tutti preoccupati per capire cos’è successo, come va. Non si può proprio più dire niente online! Meglio essere anonimi allora, come il “famoso” (nella bolla dei blog italiani del 2002) blogger “Personalità Confusa”. Riccardo invece segue la newsletter in inglese People and Blogs di Manuel Moreale che tira fuori storie di gente che ha piccoli siti “genuini”. In realtà la foresta degli alberi del sapere web sta neanche troppo lentamente scomparendo: tante pagine storiche vengono spostate in dev/null quando i provider o le aziende staccano la spina ai servizi connessi. E c’è anche chi lo fa per migliorare la SEO (che disgrazia!).
Dopo un rapido aggiornamento delle rispettive dotazioni tecnologiche (Antonio con il MacBook Air M3, Riccardo con il Mac mini M4, la nuova tastiera Pi 500 di Raspberry per i figli di Antonio), parliamo di libri, finalmente. E che libri.
Cominciamo con la nuova traduzione dello Hobbit che Riccardo ha comprato nel centro di Perugia (in un bellissimo negozio fantasy) e che gli sta piacendo molto. Poi c’è un altro libro di Iperborea (come sempre: bello ma scomodo) del brillante e un po’ triste Arto Paasilinna. Si intitola La prima moglie e altre cianfrusaglie e vale la pena, secondo Riccardo. Poi c’è anche la raccolta di poesie di Raffaello Baldini, che l’autore (un giornalista che è stato anche direttore di Panorama, a un certo punto) scriveva in dialetto romagnolo e che poi ha in parte tradotto in italiano. Secondo Riccardo è veramente una bella raccolta da leggere, una piccola chicca.
Ultima coppia di libri per Riccardo entrambi suggeriti da altri. Uno è arrivato tramite un consiglio dalla rete: il bellissimo Il fuoco della fine del mondo scritto da Wendell Berry: è una meditazione sulla vita e sull’ambiente. E poi L’isola delle pescatrici, consigliato da Antonio l’altra volta e che a Riccardo è piaciuto davvero molto.
A proposito, e Antonio? È su tutti altri fronti. Aveva voglia di Berlino e allora ha trovato A passeggio per Berlino, una raccolta di articoli degli anni Venti del Novecento di Joseph Roth, uno dei più grandi giornalisti tedeschi del secolo scorso. Poi la riscrittura dell’Amante di Marguerite Duras, che si intitola L’Amante della Cina del Nord ed è stata pubblicata negli anni Novanta. Altro libro “strano” è Want di Gillian Anderson: 250 pagine di lettere anonime scritte da donne che raccontano le loro fantasie erotiche, cioè cosa vogliono davvero. Se l’avessero scritto degli uomini poteva finire dopo due pagine. Infine, Antonio sta leggendo Oriana, una donna, una biografia molto bella di Oriana Fallaci scritta da Cristina De Stefano.
Eccoci, siamo praticamente al termine della prima puntata del 2025 di Tilde. Alla fine trovate anche un appello: orsù Feltrinelli, fai uscire All’ombra delle fanciulle in fiore con la nuova (stupenda) traduzione di Luca Salvatore: siamo già in ritardo di mesi rispetto ai piani. E fate buone traduzioni. Come quelle ottime delle poesie di Emily Dickinson pubblicate negli Oscar Mondadori. E, più modestamente, il fumetto che ha tradotto Antonio: Sistemi nascosti di Dan Nott. Bello, da leggere: spiega tutto su Internet, energia elettrica e acqua corrente.
E poi a chiudere c’è una bella coda di altri libri e calendari vari che citiamo e basta, per non affogare. Ma tranquilli, li sentite tutti nel podcast e li trovate qui sotto.
Intanto, benvenuti nel 2025.
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