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Dutch oven, cosa ci resta del New England, le due Emily

I nostri ladri di te preferiti hanno letto un po' e scoperto la bellezza dell’abbigliamento termico

Antonio ha finito le sue trabahanze (che poi si dovrebbe scrivere più correttamente “trabajanza” ma vabbè), metà lavoro metà vacanza. Con un ultimo viaggio a Philadelphia, New York e Boston si chiude un ciclo durato tutto il 2023 che lo ha visto fare flanella anche a Washington DC, Buenos Aires, Tokyo e Seoul. Cos’è rimasto di tanti giri nel New England? Un sacco di abiti termici di Uniqlo. Una scoperta fatta anni fa anche da Riccardo per la corsa: quando l’inverno si fa duro, la termica sotto fa la differenza per i duri che vogliono giocare.

Via, passiamo alle cose serie. Si parla di libri, ovviamente. A partire da una delle mille librerie dell’usato americane che non finiscono mai e sono meravigliose, strapiene, affastellate di libri e libricini in inglese, tra tascabili e microtascabili ma anche rilegati e tutto il resto, affogate da scaffali di legno, sezioni di vinili in cassetta della frutta, mucchi di calendari, cd e giochi di carta, mensolate piene di qualsiasi cosa, corridoi coperti di moquette e sopra tutto quell’odore di colla anti-tarme che solo nelle case di legno americane.

Belli i libri usati e abusati. Però adesso tutto costa più caro, anche là. Perché negli Usa i prezzi sono aumentati, mica solo qui. E di brutto.

Parliamo di libri, dicevamo. Antonio ha comprato un libro usato di fantascienza di Philip José Farmer, Traitor to the Living, e poi quando è tornato gli hanno mandato un libro che parla di roba nuova nuova: Commodore 64 VS ZX Spectrum di Jurij Gianluca Ricotti. Un libro romantico sulle passioni degli adolescenti di una volta, impaginato un po’ a rivista. Si legge random, con un dado, proprio come si può leggere a caso anche l’altro libro pescato da Antonio, cioè il clamoroso Rayuela. Clamoroso perché è un libro strepitoso, fondamentale, uscito negli anni Sessanta e che ridefinito l’idea stessa di romanzo creando “un disordine necessario”.

Riccardo sta leggendo invece Joyland di Stephen King. Gran libro, non lo conosceva ed è un testo bello teso di paura e d’amore. Un classicone nelle mani del Maestro del Maine. E scritto veramente bene. In compenso, Riccardo ha abbandonato La montagna incantata di Thomas Mann. Invece, sta leggendo anche la biografia di Emily Dickinson intitolata Come un fucile carico e scritta da Lyndall Gordon, una famosa per scrivere biografie di gente importante. In questo caso la Gordon porta avanti la teoria che la Dickinson avesse l’epilessia e questo spiegherebbe molte cose, soprattutto molte sue poesie, che hanno una storia incredibile così come tutta la produzione della Dickinson.

Stesso concetto (no, non l’epilessia) si applica a Emily Brontë, un’altra biografia che Riccardo ha chiesto a Babbo Natale. Anzi, ai suoi genitori (ci sono le prove, il vocale con la richiesta!) e che arriverà sotto l’albero. Almeno, lui ci conta.

Durante il Black Friday Antonio si è comprato la dutch oven, la pentola di ghisa smaltata olandese, che va sui fornelli e in forno. E si sta facendo minestroni, arrosti, il pane e tante altre cose. Dev’essere la crisi di mezza età. Nel podcast c’è anche la ricetta per fare il pane (provata e viene bene). Sul serio.

E poi Ian Fleming intanto è tornato in libreria. Questa volta hanno fatto uscire un’altra cosa, pubblicata dalla Nave di Teseo e non da Adelphi: Thrilling Cities, una serie di reportage pubblicati ai tempi sui giornali inglesi e che ancora oggi si leggono benissimo. Così come il libro di Gian Marco Biffi, che andava di moda l’anno scorso ed effettivamente merita: Ferrovie del Messico. Scritto bene, forse un po’ lungo, ha il suo vezzo, fare i virgolettati senza le virgolette: gustoso. Riccardo quando passerà dalla libreria lo aprirà e leggerà un paio di pagine a caso, per vedere com’è. L’estratto fatto a mano, insomma.

Tra l’altro, non dimentichiamo che c’è davvero bisogno degli estratti dei libri, come una volta si ascoltava il disco prima di comprarlo, almeno un pochino. Anche se, alla fine, quello che frega Riccardo e Antonio è la copertina. Che ti chiama, letteralmente. E loro due i libri li comprano, li comprano, mannaggia.

Chiudiamo citando The Orville, gran serie tv, e tanti saluti. Buone feste: ci si ribecca l’anno prossimo, che è pure bisesto. Alé.

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