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Episodio 29
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Tappi o fucile ~ Leggere Wodehouse ~ Laptop o Mini PC ~ Pirateria ~ Magnum P.I. e PTSD

In viaggio al fresco o pronti a partire per il misterioso Giappone, i ragazzi stanno cominciando a rilassarsi. E a leggere buoni libri

A Milano fa ancora caldo e umido. In montagna, tra Udine e la Slovenia, invece, c’è un gran bel fresco. Riccardo si gode la stagione estiva migliore, quella che permette di andare a correre con la tutina termica e rilassarsi tra i boschi ombrosi. Antonio si prepara invece a partire per l’Asia e tanti saluti a tutti.

Ma sapete una cosa? Bisognerebbe stare in montagna un po' di più di due settimane. Non d’inverno, perché poi piove e nevica, ma d’estate. Perché, per Riccardo, d’estate vivere la città d’estate è male (e anche d’inverno, insomma).

Comunque, Antonio ha una teoria: abbandoniamoci al caldo, non opponiamo resistenza. Da quando ha gli infissi nuovi montati a casa resiste molto meglio all’estate. Anche perché in città è vero che di giorno mancano i mezzi ma in compenso di notte c’è sempre casino: feste, musica a manetta, fuochi d’artificio, i compressori dei condizionatori sui tetti che vanno come treni. Riccardo? Lui ha risolto tutto con un orcio pieno di tappi per le orecchie, comprato sui siti cinesi: forse non ci sentirà mai più, ma almeno dorme bene.

Quando i ragazzi hanno registrato questa puntata era il compleanno di Riccardo: 43 anni! Il vantaggio di Antonio si è momentaneamente accorciato (ma tra pochi mesi ci sarà come sempre l’allungo).

La stagione estiva e le vacanze pongono uno stimolante quesito informatico: quale computer portarsi dietro? Riccardo ha preso su un Mini PC con schermo portatile. Ottimo, flessibile e potente per fare tutto quel che serve. Antonio invece ha provato il MacBook Air 15 con il processore Apple M2 e ha scoperto che scalda meno dell’Air 13 M2. È una buona notizia.

E l’anno prossimo, quando uscirà il MacBook Air M3, rimarrà lo stesso fattore di forma della scocca? Si pensa di sì. Dopotutto, quelli di Apple mica come fanno gli asiatici, che lanciano una ventina di computer diversi all’anno. Apple le scocche le deve ammortizzare. Come il vecchio MacBook Intel con schermo da 12 pollici di Antonio, che ha fatto tre o quattro generazioni perché il progetto tecnico di base e la linea di costruzione che era stata costruita richiede poi anni per essere ammortizzata. L’avevano capito che non era venuto bene, ma hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco.

La domanda di Riccardo però è più intrigante: ci saranno mai i MacBook con eInk? O gli iPad eInk? Chissà. Intanto Riccardo usa il suo eInk Android per leggere anche in montagna. E Antonio si porta il Kindle Scribe.

Dove se lo porta? Ricordate che Antonio va in Giappone, a luglio? Come libri da leggere si porta la guida Japan by Rail, Giappone in treno, che già l’avevamo detto. Invece non avevamo detto che ha preso Il pellegrinaggio in Oriente di Herman Hesse peraltro per motivi alquanto singolari. Infatti, Antonio aveva recensito un libro di management, ‌When Woman Lead di Julia Boorstin, che a sua volta cita un altro autore, Robert K. Greenleaf, che negli anni Settanta si era inventato il termine ”servant leadership”, un tipo di leadership aziendale. Il quale Greenleaf a sua volta aveva preso ispirazione per l’idea della “servant leadership” dal libro di Herman Hesse, Il Pellegrinaggio, che è degli anni Trenta. Insomma, un giro lunghissimo per leggere un libro bello corto. Ma ci sta.

Altro libro per Antonio sarà Storia universale dell’infamia di Borges. Sempre Adelphi, che è quasi una droga. Come per quella ragazza che se li sta leggendo tutti, i libri pubblicati da Adelphi. Una vera matta. Il link alla sua storia è nelle note.

Riccardo in vacanza è un po’ fermo con la Montagna incantata. Ha ripreso, ma è sempre tanta tanta roba da leggere. Per spezzare si è portato un libriccino della Biblioteca di Cuore (presidente Michele Serra). Si intitola L’amore tra i polli, di P.G. Wodehouse. Un autore che è uno dei grandi miti per Antonio, che da ragazzo al mare si è comprato un sacco di libri di Wodehouse nell’edizione Bietti. Storia incredibile quella di Wodehouse. Con una bella intervista della Paris Review che racconta il modo con il quale P.G. scriveva. Ah, la cancel culture si sta facendo fuori anche lui, raccontano i giornali italiani. Mannaggia.

Comunque, il modo con cui gli scrittori scrivevano fa partire una bella discussione su quali scrittori dettavano, quali scrivevano a macchina e quali a mano. Diciamoci la verità: i nostri non sono preparati e non lo sanno. Ma è sempre interessanti guardarli mentre si arrampicano sugli specchi.

Antonio sta facendo guardare Magnum P.I., il telefilm del 1980, ai figli. Che in inglese è veramente bello. Ma sembra una specie di teatrino fatto apposta, come fosse uno Youtuber che si traveste e fa le challenge alle Hawaii. Bello e bravo Tom Selleck, per carità, ma il personaggio che interpretava era veramente strano. Era un reduce della guerra con sindrome post traumatica che oggi sarebbe ricoverato e curato con psicofarmaci a go-go. Ai tempi queste cose si prendevano con leggerezza, perché si dava più per scontato che era una finzione. Oggi sarebbero da V.M.18.

Dal telefilm ai fumetti ai film piratati, qual è la qualità giusta per salvare i contenuti? Che poi è una cosa brutta scaricare i contenuti piratati, perché chi scarica evidentemente non ha mai provato a fare da sé: non ha il punto di vista di chi fa le cose e capisce lo sbattimento che c’è dietro.

Addio Twitter. Certo, ma per andare dove? Mastodon è stata una rivoluzione a metà: i protocolli ci sono ma l’usabilità è scarsa per il grande pubblico. Questo è il problema. Per i social attuali la centralizzazione è stata la soluzione, ma per i nuovi forse no, e questo va pensato. Servono identità più forti che permettano di essere dentro internet senza bisogno di una terza parte che certifichi chi sei (Twitter, Facebook e gli altri). Ci manca la possibilità di registrare la nostra identità, insomma.

Siamo alla fine. Buone vacanze? Beh, forse non ancora, perché magari tra un mesetto potrebbe esserci una sorpresina. Quando i ragazzi tornano dai loro viaggi se ne riparla.

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